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Il libro di Tobit è stato scritto fra l’VIII e VII sec. a.C. Si tratta di una storia vissuta da un israelita, Tobit, appartenente alla tribù di Neftali, ai tempi della deportazione di Israele, egli esercita per tutta la vita la propria fede non solo nell’osservanza dei precetti ebraici, ma anche assumendo quelle caratteristiche umane che saranno meglio sviluppate edesaltate in tutto il nuovo testamento
Tobit ormai cieco, schernito perfino da sua moglie Anna, per la “poco proficua” qualità morale, sente il dovere di donare a suo figlio Tobia il poco denaro rimastogli, per avere il quale il ragazzo dovrà però affrontare un viaggio a Rage in Media, per il quale sceglierà come guida Azaria (mentite spoglie dell’Arcangelo Rafael).
Sarà proprio Azaria, o meglio Raffaele, a compiere un atto magico, per permettere il matrimonio e la sua consumazione a Tobia e Sara, la quale aveva visto la morte dei suoi sette precedenti mariti durante la prima notte di nozze, uccisi dal demonio Asmodeo e restituire a Tobit la vista.
Non è certo questa l’unica volta, nelle sacre scritture, in cui vediamo manipolare ed utilizzare gli elementi della materia. Certamente lo scopo didattico di questo liro è evidente: Il bene viene fatto all’uomo per
il suo livello spirituale, compiuto di fatto da un’emanazione dello spirito doivino, che opera anche manipolando la materia.
Però certo è innegabile come l’angelo compia un’azione magica ancor oggi utilizzata nella liberazione ambientale e personale in molti rituali. Tuttavia buona parte del mondo cristiano preferisce ignorare il ricorso a tali metodi, eppure la Bibbia è un’opera che narra molti episodi del genere, da quello descritto nel libro di Tobit, allegato nel link sottostante, come in alcune altre parti, ad esempio nel libro profetico di Daniele nel quale si fa riferimento a concetti e pratiche astrologiche di epoche remote, oppure allo spiritismo, come nel primo libro di Samuele, al capitolo 28, dove il Sacerdote Samuele viene evocato da una medium su iniziativa del Re Saul.