I sigilli

Sintesi del linguaggio simbolico.

Dal simbolismo dei 22 Trionfi un inquietante messaggio relativo al 2020

Molti hanno sentito parlare dei sigilli, ma in realtà, questi simboli che per G. Bruno fanno parte; della magia, cosiddetta matematica, sono sconosciuti proprio alle persone che più ne parlano. Ora vi mostrerò un esempio di cosa sia un vero sigillo e per farlo partirò dalla ricostruzione inversa di uno di essi: Premetto che un sigillo si costruisce con un sistema simile all’anagramma, ovvero si costruisce una formula che poi viene scomposta in simboli che la raffigurano e le danno forza, così da produrre un effetto magico. Qui si partirà dai simboli dei 22 arcani maggiori e dalle loro lettere o parti iniziali ricostruiremo una formula e da qui un simbolo unico, si tratta di un lavoro che compii quando ero ancora un ragazzo. Quando, come tutti gli adolescenti, ero abbastanza folle dal credere nei sogni, anche in quelli altrui e saggio al punto di inoltrarmi in percorsi già battuti da altri esoteristi, per questo motivo interessanti, alla ricerca di qualcosa di nuovo, che avesse però solide radici e pertanto avesse in sé un minimo valore.

Il primo libro che lessi sull’argomento è “I Tarocchi” di Oswald Wirth, considerato una pietra miliare per l’accuratezza con cui viene esaminata la storia, delle 22 lame sotto vari aspetti, da quello iconografico e simbolico alla tradizione divinatoria e interpretativa. Quando nella lettura affrontai il capitolo in cui Wirth parla dell’accezione cabalistica che Eliphas Levi attribuisce ai tarocchi, restai davvero colpito, c’è da premettere che a parte la storia dei tarocchi, avevo avuto fra le mani un po’ di tempo prima un altro codice famoso, quello della “Bible de sense”, sapevo cos’era una miniatura, avendo potuto vedere come i codici riproducevano la cronologia biblica e i generi in modo preciso e non certo casuale, così decisi di avere abbastanza conoscenza per affrontare un’opera assolutamente unica: Ricostruire in un unico disegno (perfettamente simmetrico e ordinato) il significato occulto dei tarocchi, nel quale tutti gli elementi di cui ho fin qui parlato fossero perfettamente allineati in un discorso estendibile all’infinito, come la simbologia che aveva per oggetto. Per tentare l’opera tenni conto anche della tradizione divinatoria e ludica in uso in varie regioni italiane, di associare i nomi,o parte di essi, di una carta a quella, o a quelle affianco, in maniera da ottenere frasi di senso compiuto. Pensavo allora che questa tradizione, se veramente fosse stata possibile la ricostruzione del valore simbolico assoluto dei tarocchi, dovesse essere una lontana e fioca umana reminiscenza di tale valore assoluto.

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