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La simbologia dei tarocchi è una delle più utilizzate nella magia, sappiamo che la mantica legata all’uso delle carte è sempre stata associata più facilmente alla donna che all’uomo e non solo nel’ambito della cartomanzia. L’uomo è invece nel contesto esoterico visto come il mago che scruta i simboli, che costruisce per così dire il linguaggio attraverso il quale la magia si attua.
La sua figura è comunque lontana dal mistero che avvolge la donna, dalla sua istintività, dal suo modo di sentire più ancora che di vedere razionalmente la vita. Come affermava Jules Michelet :”Ella nasce fata. Il ritorno regolare dell’esaltazione la fa sibilla. L’amore la fa maga. La sua accortezza, la sua malizia (spesso capricciosa e benefica) la fanno strega, ed ella scongiura i mali, o almeno li sopisce, li elude” ed è vero che ella possiede una grazia innata, qualcosa che sfugge completamente o quasi all’uomo. Nella cultura occidentale, in particolare in quella latina più vicino al nostro mondo, è la Vestale, la sacerdotessa di Vesta che custodisce il fuoco sacro, legata alla verginità come stato sacro e custode anche della famiglia, il simbolo dell’eternità dell’opera compiuta dall’umanità. Nella mitologia antica la figura dell’oracolo di un dio è femminile, come ad indicare in questa figura le capacità intuitiva e di veggenza innate, qualità che se esercitate attraverso una forte potenza dei simboli utilizzati in magia possono dar vita a fenomeni straordinari, la cui potenza è seconda solo ai miracoli, così come intesi nell’accezione cristiana.
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